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FAME NERVOSA? RIMEDI NATURALI E STRATEGIE COMPORTAMENTALI

Sommario

Ti è mai capitato di essere nervoso per qualcosa e di cercare sfogo nel cibo?

Oppure di essere triste e di concederti un dolcetto per tirarti su?

Di non avere fame ma di non riuscire a fare meno di mangiare?

Se la risposta è si  significa che almeno una volta sei stata vittima di quella che comunemente viene chiamata “Fame Nervosa” o “ Eating Emotional”.

Vediamo di cosa si tratta e come affrontarla.

DIFFERENZA TRA FAME BIOLOGICA E FAME NERVOSA

La fame è un bisogno fisiologico, si manifesta quando l’organismo ha bisogno di energia.

Nel nostro corpo abbiamo dei recettori che inviano degli impulsi all’ipotalamo – la piccola ghiandola che si trova nel cervello – ogni volta che il tasso di zuccheri si abbassa troppo. Questi inducono come risposta il bisogno di cibo, in modo che l’organismo si attivi per procurarselo e riportare gli zuccheri a livello normale.

Per evitare questo tipo di fame, si consiglia di fare pasti leggeri ma frequenti. In questo modo si controlla il peso e si rifornisce gradualmente il corpo delle energie di cui ha bisogno.

Nel caso della fame nervosa non è il corpo ad avere fame , bensì la mente!

La fame nervosa può insorgere in qualsiasi momento, anche quando si è appena finito di mangiare, e non è correlata a nessun bisogno energetico fisico ma piuttosto ad una richiesta di falsa gratificazione instaurato da fattori di ansia, stress, ecc

Non a caso capita che la fame nervosa aumenti durante la notte, alla sera alla fine di una giornata lavorativa stressante, in quelle situazioni cioè in cui non essendo impegnati in attività si è più tentati a far lavorare la testa.

Un’altra delle differenze tra fame fisiologica e fame nervosa è che la prima non si manifesta con un desiderio particolare riguardo a quello che si vuole mangiare.

In questo caso, quello che si cerca è ottenere il tipo di energia di cui si ha bisogno. Ecco perché, in questo caso, si potrà mangiare qualsiasi cosa.

Al contrario, nel caso di fame nervosa è frequente desiderare di mangiare alimenti complessi e con un alto contenuto di grassi e zucchero.

La cosa grave è che l’assunzione di questi cibi, soprattutto carboidrati comporta una sorta di meccanismo di dipendenza e di richiesta continua di altra assunzione.

STRATEGIE COMPORTAMENTALI

Il primo passo per combattere la fame nervosa consiste nel riconoscerla.

E’ importante soffermarsi sui meccanismi, sentimenti, situazioni, che più frequentemente rischiano di

scatenarla e studiare delle strategie alternative per distogliere la nostra attenzione dal pensiero fisso del cibo.

Una strategia consiste nel coltivare attività rilassanti e gratificanti in modo da scaricare le tensioni e sentire meno il bisogno di coccolarci con cibi che non ci fanno bene.

Tante possono essere le alternative: sport, una breve passeggiata, ascoltare musica, leggere una pagina del nostro libro preferito  ecc.

Talvolta però non basta e l’attacco di fame ci coglie impreparati in un momento di inattività: in questo caso si tratta di rimandare l’atto del mangiare anche per pochi minuti così da riuscire a interrompere i meccanismi nervosi che sovraintendono a quella falsa necessità impellente.

Anche bere un bicchiere d’acqua a piccoli sorsi può aiutare a distogliere la concentrazione al cibo.

UN AIUTO DALLA NATURA: I rimedi fitoterapici per contrastare la fame nervosa

ZAFFERANO

Il nome botanico dello zafferano è “Crocus Sativus L.”

Il nome Zafferano  deriverebbe dalla parola persiana “asfar” che significa “giallo” in  riferimento al tipico  colore che conferisce questa spezia agli alimenti e alle stoffe a cui veniva aggiunta.

Questa pianta bulbosa erbacea è coltivata nel mediterraneo fin  da tempi antichissimi, ma la sua origine va ricercata probabilmente tra l’Asia minore e la Grecia. L’uso dello zafferano era vario: veniva usato in cucina, per colorare le vesti, per preparare unguenti e profumi, per tingere le bende delle mummie egiziane. In Persia era ampiamente usato come afrodisiaco. Gli antichi speziali lo utilizzavano come sedativo ed antispasmodico.

Proprietà

Numerosi studi hanno reso noto che questa preziosa spezia è dotata di molteplici proprietà tra le quali emmenagoghe ( facilita il ciclo mestruale) , modulanti del tono dell’umore (in quanto stimola il sistema nervoso centrale) e antiemetiche ( riduce il disagio ed i sintomi della nausea: molto usato in gravidanza e in pediatria).

Inoltre lo Zafferano è dotato di una significativa attività estrogenica e stimolante il metabolismo, oltre ad essere un valido aiuto nelle terapie dimagranti in quanto è stata dimostrata la sua efficacia nel dimagrimento e nel controllo del peso corporeo, nel diminuire la fame nervosa e la necessità di ricorrere a spuntini fuori pasto.

La parte più pregiata della pianta è rappresentata dagli stimmi rossi: i più ricchi di sostanze funzionali.

Questi, dopo essicazione , sono trasformati in una polvere sottile di un colore vermiglio. La polvere di zafferano contiene oltre 150 sostanze aromatiche volatili ed è uno degli alimenti più ricchi di carotenoidi, (circa L’8%) contro lo 0,008% della carota che è riconosciuto come uno dei vegetali più ricchi di tali sostanze e vitamina B1 e B2 , oltre che da circa 150 sostanze aromatiche volatili che gli conferiscono il caratteristico sapore e odore. Durante la fase di essiccamento si produce un composto di nome Safranale.

Safranale è stata oggetto di studio nel 2010 per quanto riguarda le sue proprietà coadiuvanti nel controllo del peso e nei disturbi di origine psicologica dovuti allo stress emotivo.

Il Safranale ha la proprietà di stimolare il metabolismo e tra le altre proprietà svolge un’azione benefica sul sistema nervoso, migliorando l’umore e aiutando a ritrovare il benessere e l’equilibrio.

Riguardo a quest’ultimo aspetto in particolare il Safranale ha la proprietà di ridurre la cosiddetta “fame nervosa”.

RHODIOLA

La Rhodiola rosea L.appartiene alla famiglia delle Crassulaceae .

E’una pianta alta dai 40 ai 70 cm e cresce spontaneamente nelle aree impervie e rocciose di numerose catene montuose.

I suoi fiori, di colore giallo, emettono un caratteristico profumo, che richiama quello della rosa al quale appunto deve il nome.

L’utilizzo della Rhodiola roseaha radici profonde nella storia della Siberia ed è strettamente connesso con la sorprendente longevità dei popoli indigeni che erano soliti assumerla soprattutto sotto forma di infusi ed altre bevande.

Proprietà

La parte della pianta ricca in fitocomplesso è rappresentata dalle radici.

Le radici di rhodiola hanno un’azione adattogena, antistress, favorente in generale le capacità di apprendimento e di memoria. Queste proprietà sono state provate scientificamente e sono riconducibili alla presenza di glicosidi fenilpropanoidici, in particolare il salidroside e la rosavidina, la cui struttura chimica è simile a quella della siringina (eleuteroside B), uno dei principi attivi dell’eleuterococco.

In base alle sperimentazioni condotte fino ad ora, sembra che l’azione dell’estratto di radice di Rhodiola roseanei confronti della depressione si esplichi attraverso l’innalzamento dei livelli di serotonina nel sangue. Tale incremento sarebbe conseguente all’azione inibente nei confronti dell’attività dell’enzima deputato all’inattivazione della serotonina.

La rhodiola è in grado di aumentare del 30% circa i livelli di serotonina nel sistema nervoso centrale, ormone in grado di togliere il desiderio ossessivo di carboidrati e svolgere azione sedativa- anti ansia, riducendo notevolmente la fame ansiosa. I glicosidi contenuti nella radice sono pure capaci di incrementare i livelli di dopamina, sostanza capace di trasmettere al S.N.C. un segnale di sazietà.

La pianta ha inoltre proprietà dimagrante, dovuta alla stimolazione di alcune lipasi in grado di accelerare la liberazione dei grassi dai tessuti di deposito (lipolisi) per trasformarli in grasso bruno.

GRIFFONIA

L’area di origine della pianta (Griffonia simplicifolia) è il continente africano, più precisamente nelle regioni occidentali (Ghana, Costa d’Avorio, Togo); la pianta viene anche soprannominata “fagiolo africano”, i cui semi non più grandi di un chicco di caffè possiedono un elevato potenziale su cui i ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione.

Proprietà

La parte della pianta ricca in fitocomplesso sono i semi.

I semi contengono un’elevata quantità di 5-idrossi- triptofano (5-HTP), un precursore della 5- idrossitriptamina (5-HT), più conosciuta come serotonina. Il 5-idrossitriptofano rappresenta una tappa intermedia nel metabolismo che porta alla sintesi di serotonina a partire da L-triptofano.

Una diminuzione del livello di serotoinina, anche conosciuta come “ormone del buon umore”,può causare depressione, insonnia e disordini di tipo alimentare che possono condurre ad obesità oppure al contrario ad anoressia e bulimia.

Diversi ricercatori hanno inoltre osservato una correlazione tra abitudini alimentari ed umore: infatti si osservò che persone soggette ad obesità mangiavano cibi con alte quantità di carboidrati per essere più felici; si arrivò successivamente ad una connessione, fondata su base scientifica, tra carboidrati e serotonina secondo la quale i carboidrati (prevalentemente amidi) ingeriti con la dieta e successivamente idrolizzati fino a raggiungere glucosio monomerico in seguito all’azione delle a-amilasi (salivari e pancreatiche), stimolano il rilascio di insulina.

Di riflesso questo incremento di insulina porta ad un innalzamento del livello cerebrale di 5-HTP che viene trasformato poi in serotonina, generando buon umore e felicità.

La griffonia quindi, assunta in periodi di privazione o restrizione di assunzione di carboidrati, contrasterebbe la caduta dei livelli di serotonina rendendo più accettabile il regime dietetico da parte del soggeto e contrastando effetti sull’umore.

PROSSIMAMENTE

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Nei prossimi articoli:

 “ I rimedi fitoterapici drenanti e termogenici coadiuvanti nelle diete ipocaloriche”.

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