L’Etnomedicina è lo studio dei metodi di cura di tutti i popoli del mondo e riguarda milioni di piante che l’uomo ha identificato come “medicinali” e utilizzato come rimedi per le più svariate patologie.
L’arrivo della stagione fredda e le giornate brevi sono fattori predisponenti al calo delle nostre difese immunitarie. In questo modo possono insorgere malattie da raffreddamento ma anche patologie infiammatorie, stanchezza o stress derivati dalla diminuita capacità del nostro organismo di produrre sostanze antiossidanti protettive.
Aprendoci ad orizzonti lontani possiamo approfondire le proprietà immunostimolanti di 2 piante medicinali di provenienza estrema: il Perù e la Cina.
LA TABEBUIA

ll suo nome botanico è Tecoma Curialis o Tabebuia Avellanedae, ed è anche conosciuta con il nome di Pau d’arco (bastone da arco in portoghese), perché dai suoi rami curvi e flessibili si ottenevano gli archi. Lapacho è invece il termine col quale gli Indios Sud Americani chiamavano la Tabebuia.
IL LAPACHO
Il Lapacho viene usato come erba medicinale da più di mille anni. E’ uno dei rimedi considerati indispensabili dagli indiani Callawaya del Brasile e dagli Incas del Perù che ritenevano questo albero addirittura ‘miracoloso’ perché capace di curare moltissime malattie come infiammazione intestinale, dissenteria, febbre, mal di gola, ferite, artriti, cistite, problemi del tratto respiratorio, morsi di serpente e vari tipi di carcinoma.
La corteccia interna di tale albero viene raccolta a mano sulle montagne della foresta pluviale amazzonica ed essiccata al sole. L’altitudine migliora il contenuto dei principi attivi della Tabebuia, migliorandone le capacità terapeutiche. L’asportazione della corteccia, prelevata dall’interno del tronco, avviene senza alcun danno per l’ambiente e per la pianta: l’albero è infatti in grado di riprodurre questo legno nell’arco di poco tempo.
La Tabebuia ha attività antimicrobica, con inibizione dei batteri gram-negativi, gram-positivi e dei miceti, e proprietà antivirale, attribuita alla capacità di inibire i processi enzimatici necessari alla moltiplicazione dei virus. Contiene circa 18 differenti chinoni tra cui il lapacholo, che ha una struttura simile a quella della vitamina K e presenta una rilevante attività contro i radicali liberi e di sostegno del sistema immunitario.
COMPOSIZIONE
Il lapacholo è stata la prima sostanza chimica della Tabebuia ad essere studiata approfonditamente già nel 1882. In Brasile nel 1956 un gruppo di ricerca ha isolato altri due chinoni molto attivi l’alfa e il beta- lapachone e lo xilohttps://farmapiva.it/wp-content/uploads/2022/01/ALL-PRODUCTS.jpge.
BENEFICI TERAPEUTICI
Questi chinoni hanno dimostrato di avere proprietà inibitrice verso batteri gram-positivi (stafilococchi e streptococchi) e gram-negativi (brucella) e miceti (candida albicans). Inoltre a dosaggio basso hanno attività immunostimolante mentre ad un dosaggio più elevato possiedono attività citotossica. La citotossicità specifica per le cellule tumorali fa del Lapacho un agente potenzialmente valutabile per il trattamento del cancro.
CONTROINDICAZIONI
La Tabebuia è controindicata per le donne in gravidanza e allattamento e per i soggetti sottoposti a terapie con farmaci anticoagulanti. Si consiglia inoltre di evitare sovradosaggi per evitare effetti collaterali quali nausea e diarrea.
L’ASTRAGALO

L’astragalo è una pianta utilizzata fin dall’antichità nella Medicina Tradizionale Cinese, che la considera la migliore pianta capace di stimolare il Qi, la forza vitale dell’organismo.
In Cina la pianta è chiamata “huangqi“, mentre in Giappone è nota come “ogi” e in Korea come “hwanggi”. Il nome astragalo rimanda invece a un osso del piede, probabilmente dovuto alla forma dei fiori della pianta, che somigliano a calcagni.
La medicina cinese impiega la radice di Astragalo per il trattamento di svariati disturbi, quali miocarditi di origine virale, insufficienza cardiaca, amenorrea, fibrosi epatica e perfino per il trattamento del cancro polmonare a piccole cellule, ma anche come rimedio tonico ed antivirale.
COMPOSIZIONE
L’uso dell’astragalo in erboristeria e fitoterapia è giustificato dalla presenza di saponine triterpeniche, flavonoidi e polisaccaridi noti per la loro azione immunomodulante, antiossidante e antinfiammatoria. La frazione polisaccaridica è tra le componenti maggiormente responsabili dei benefici dell’astragalo poiché è in grado di stimolare il sistema immunitario attivando, tra gli altri, linfociti B, macrofagi, cellule NK (natural killer).
BENEFICI TERAPEUTICI
I preparati a base di astragalo sono dunque consigliati per stimolare il sistema immunitario e rafforzare i naturali meccanismi di difesa dell’organismo nei confronti dei virus che causano le più comuni malattie da raffreddamento (raffreddore, tosse, febbre). Grazie alle sue proprietà adattogene, l’astragalo è inoltre un utile rimedio contro la stanchezza, l’affaticamento e lo stress, poiché aiuta l’organismo a rispondere al meglio a periodi particolarmente impegnativi dal punto di vista fisico o mentale.
Le radici dell’astragalo, come già intuito dalla medicina cinese di tradizione millenaria, sono in grado di contrastare l’atrofia di organi quali milza, timo e linfonodi intestinali e di favorire la capacità fagocitaria e la trasformazione dei linfociti T. E’ per questo che, dato il suo ruolo sul sistema immunitario, si è ipotizzato possa essere di supporto al trattamento delle neoplasie, poiché aiuterebbe a ridurre gli effetti collaterali di terapie chemioterapiche e affini.
CONTROINDICAZIONI
L’astragalo potrebbe instaurare interazioni farmacologiche con farmaci antiaggreganti piastrinici, agenti trombolitici ed eparine a basso peso molecolare, determinando un aumento del rischio di sanguinamento.
IL CONSIGLIO DEL TUO FARMACISTA
Per affrontare con serenità la stagione invernale rafforzando il sistema immunitario e restituendo vigore all’organismo possiamo assumere ogni mattina dopo colazione una miscela composta da 20 gocce di Tabebuia corteccia+ 20 gocce di Astragalo radice+ 20 gocce di Rosa Canina gemme per almeno tre mesi.
