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CoVid -19. Quali potrebbero essere gli effetti psicologici della quarantena sulla popolazione?

Sommario

Il 9 marzo 2020 un decreto ministeriale sancisce misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica causata da Coronavirus … Per il popolo italiano scatta ufficialmente la quarantena. L’ 11 marzo 2020 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiara la pandemia (da“Pan-demos”, in greco, significa “tutto il popolo”) per il coronavirus (SARS-CoV-2).

La popolazione viene immediatamente iper-stimolata di informazioni a proposito di indicazioni mediche, igienico sanitarie e comportamentali da seguire ma poco su come gestire la situazione dal punto di vista emotivo.

A settimane di distanza dal decreto, psicologi e sociologi iniziano ad interrogarsi sugli effetti di questo isolamento forzato su una specie così fortemente sociale quale quella umana.

Vediamoli insieme e scopriamo come limitarli e affrontarli.

Basandosi su precedenti studi effettuati per la SARS, gli studiosi hanno presentato in poco tempo un buon numero di lavori scientifici in cui individuano i principali fattori di rischio e si interrogano sulle possibile risposte psicologiche della popolazione alla quarantena.

Durante l’isolamento, i principali “stressor” sarebbero:

  • la durata della quarantena
  • l’inadeguatezza delle informazioni ricevute
  • mancanza di relazioni sociali
  • la difficoltà a reperire i beni di prima necessità;
  • la frustrazione per la privazione della libertà;
  • la paura per la propria salute e quella dei propri cari.

I potenziali effetti psicologici della quarantena potrebbero essere:

  • ansia
  • insonnia
  • stress
  • atteggiamento aggressivo / rabbia
  • depressione

La difficoltà ad affrontare la reclusione forzata favorirebbe inoltre la slatentizzazione di problematiche psichiche preesistenti, indebolendo anche la fascia di popolazione che non ha mai avuto un disagio psicologico degno di nota.

Si prevede infine, un aumento della depressione nella popolazione anziana, individuata come la maggiormente a rischio per il virus e come tale obbligata ad una separazione dolorosa da figli e nipoti.

Gli studi evidenziano che tali effetti del” lockdown” possano presentarsi già dopo le prime due- tre settimane e perdurare anche mesi e anni dopo la quarantena.

Per ridurre i potenziali effetti negativi di questo isolamento, gli esperti invitano a mantenere uno stile di vita più possibile ordinato e rispettoso dei ritmi biologici, più simile possibile alla normalità.

MANTENERE BUONE ABITUDINI DI VITA

Per ridurre e scongiurare tali effetti negativi la popolazione viene invitata a:

Mantenere regolari gli orari dei pasti principali, non eccedere nel cibo e nel consumo di carboidrati e bevande alcoliche o nervine quali alcool o caffè.

Mantenere la corretta alternanza sonno-veglia, non attardarsi nel letto al mattino e non coricarsi troppo tardi alla sera.

Il movimento fisico viene caldamente consigliato, sia per gli effetti immunostimolanti sul sistema immunitario sia per gli effetti nootropi positivi dell’attività fisica sulla liberazione di endorfine.

Viene inoltre suggerito di praticare attività piacevoli quali lettura, ascolto di brani musicali, attività manuali, ecc.

Per la fascia adulta viene sottolineata l’importanza di pianificare degli obiettivi giornalieri.

Per gli anziani resta fondamentale i rapporti con i propri cari mediante telefonate o videochiamate.

Prendersi cura dei piccoli pianificando dei momenti di gioco ed attività ricreative adatte alla loro fascia di età.

IL FARMACISTA CONSIGLIA

Per aiutare a fronteggiare e/o limitare i danni psicologici di questa condizione di reclusione forzata la Farmacia Piva propone dei protocolli medicamentosi a base di erbe officinali allestiti in multipli officinali direttamente nel suo laboratorio galenico.

Vi elenchiamo qui di seguito alcune delle piante contenute nel nostro protocollo dispensate in preparati galenici o integratori alimentari di produzione industriale.

RHODIOLA, ADATTOGENO NATURALE, IDEALE PER STATI D’ANSIA e STRESS

La Rhodiola rosea è una pianta della famiglia delle Crassulaceae.
Le radici di rhodiola sono utilizzate in fitoterapia per la loro azione adattogena e antistress. Queste proprietà, scientificamente provate, sono riconducibili alla presenza di glicosidi fenilpropanoidici, in particolare il salidroside e la rosavidina, la cui struttura chimica è simile a quella della siringina (eleuteroside B), uno dei principi attivi dell’eleuterococco.
La rhodiola induce un effetto nootropo positivo sulla concentrazione plasmatica di beta-endorfine utili per contrastare lo stress e sulla liberazione di serotonina, ormone del “buon umore.”
Migliora la qualità del sonno ed è estremamente efficace per combattere l’insonnia.
I glicosidi contenuti nella radice sono pure capaci di incrementare i livelli di dopamina, sostanza capace di trasmettere al S.N.C. un segnale di sazietà (azione utile nei casi di fame nervosa ).

GRIFFONIA, e IPERICO ANTIDEPRESSIVI NATURALE

La piante della Griffonia appartiene alla famiglia delle Fabaceae.
I suoi semi contengono 5-idrossi-triptofano (5-HTP), un precursore della serotonina, l ormone del benessere”, che nel nostro organismo è coinvolto in varie funzioni fisiologiche, tra cui la regolazione del tono dell’umore, del sonno e dell’appetito.

La Griffonia è infatti oggi utilizzata con buoni risultati come antidepressivo naturale per il trattamento della depressione lieve o moderata; negli stati d’ansia; nelle depressioni stagionali e nell’insonnia, in quanto innalza i livelli di serotonina e regolarizza il ciclo sonno-veglia (ritmo circadiano).

L’Iperico (Hypericum perforatum) meglio conosciuto come Erba di San Giovanni, è una pianta della famiglia delle Hypericaceae.
Le sue sommità fiorite sono ricche di flavonoidi quali l´ipericina, la rutina, la quercetina e l´iperoside, sostanze a spiccata azione antidepressiva e sedativa. L’ipericina, in particolare, inibisce due enzimi responsabili della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale (serotonina, dopamina, noradrenalina) e aumenta la secrezione notturna di melatonina, con effetti positivi sulla qualità del sonno. È inoltre in grado di accrescere i livelli serici di serotonina, similmente a certi farmaci antidepressivi, riequilibrando il tono dell’umore.
Diversi esami hanno dimostrato che l´estratto di Iperico limita il riassorbimento di altri due neuro-recettori denominati noradrenalina e dopamina che possiedono anch’essi un ruolo importante nella depressione, negli sbalzi di umore durante il periodo menopausa, nella depressione stagionale e nei periodi di esaurimento nervoso.

PREPARATI IN GOCCE O TISANE A BASE DI ERBE OFFICINALI RILASSANTI

Le erbe officinali utili in stati di agitazione e disturbi del sonno sono molteplici: la passiflora, la melissa, la valeriana, la malva, la verbena, la lavanda, il biancospino e il tiglio. Ciascuna di queste ha proprietà più o meno rilassanti o più spiccatamente ipnoinducenti.

La Valeriana (Valeriana officinalis) possiede proprietà sedative, rilassanti e ipnoinducenti, cioè favorenti il sonno, riducendo il tempo necessario per addormentarsi e migliorandone la qualità.
L’azione è dovuta agli esteri degli acidi valerianici capaci di inibire l’enzima (acido gamma-aminobutirrico transaminasi) preposto alla degradazione metabolica del neurotrasmettitore gamma-aminobutirrico (GABA). responsabile nella regolazione dell’eccitabilità neuronale in tutto il sistema nervoso e dell’induzione del sonno.

Il Biancospino (Crataegus oxyacantha) è una pianta perenne della famiglia delle Rosaceae, utilizzata per la cura del sistema circolatorio grazie alla sua spiccata attività cardioprotettiva e antiossidante.
L’azione sedativa e rilassante del biancospino è dovuta alla presenza nel suo fitocomplesso di Vitexina.
Ma l’azione peculiare del biancospino è dovuta ad un corredo in flavonoidi ad effetto nootropo negativo sulla frequenza cardiaca estremamente utile nei casi di ansia e stress associati a tachicardia e aumento della pressione.

La Passiflora (Passiflora incarnata) è una pianta appartenente alla famiglia delle Passifloracee.
Recentemente è stato dimostrato che i flavonoidi in essa contenuti sono in grado di legarsi ai recettori delle benzodiazepine situati nel cervello, spiegando così l’azione calmante di questa pianta, che e la rende uno dei fitoterapici più utilizzati nei disturbi della sfera nervosa.
Le proprietà della pianta, essenzialmente sedative ed ansiolitiche, la rendono un rimedio estremamente efficace nel combattere l’insonnia, perché stimolano un sonno fisiologico senza risvegli notturni, senza produrre senso di intorpidimento mattutino, ed effetti narcotici o assuefazione; in caso di stress, ansia e senso di angoscia; nervosismo, irritabilità, depressione; nelle forme di nevrosi isterica, fobica, ossessiva e post traumatica.

La Melissa ( Melissa officinalis) è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiacee.
L’azione terapeutica del fitocomplesso di Melissa sembra essere da imputare allo stesso meccanismo inibitorio sulla degradazione enzimatica del neurotrasmettitore GABA già vista per la Valeriana.
La melissa ha una spiccata azione antispasmodica che la rende il rimedio di prima scelta in quei casi di ansia e stress associati a forte somatizzazione viscerale (per esempio colite).
In questo senso trova ottima sinergia in associazione con la passiflora.

INTEGRATORI VITAMINA B6 E MAGNESIO

L’associazione di questi rimedi favorisce il normale funzionamento del sistema nervoso centrale ed aumenta le difese immunitarie. Utili in caso di stress, irritabilità, stanchezza.

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