La celiachia è l’unica patologia autoimmune “curabile”, anche se non nel senso stretto del termine, e gestibile senza farmaci, a condizione che la si riconosca in modo corretto e il paziente segua una dieta esclusivamente senza glutine.
COSA E’ LA CELIACHIA
E’ una malattia autoimmune. Nel soggetto celiaco il glutine dà origine a un meccanismo patologico specifico ben noto, mediato dal sistema immunitario. Nel celiaco la presenza di glutine anche in piccole quantità provoca l’attivazione dei linfociti T che conduce alle tipiche lesioni istologiche della malattia celiaca: – atrofia dei villi che rivestono l’intestino tenue fino alla loro scomparsa; – iperplasia delle cripte; – linfocitosi intraepiteliale. Questi fenomeni interferiscono con l’assorbimento delle sostanze nutritive mediato dai villi stessi.
IL GLUTINE
Il glutine è formato da un complesso di proteine presente in molti cereali di largo consumo come frumento, segale, orzo, farro, spelta, grano kamut etc. In particolare, la prolamina è la frazione proteica responsabile dell’effetto tossico nei malati e rappresenta il 50% circa del glutine. La prolamina di ogni cereale ha un proprio nome. Per esempio, quella del frumento è la gliadina, secalina nella segale, nell’orzo è presente l’ordeina e per l’avena è favenina .
SINTOMI TIPICI E ATIPICI
I sintomi tipici presi storicamente in considerazione sono quelli del malassorbimento come diarrea, steatorrea (grasso nelle feci), calo di peso e deficit nutritivi. Oggi si sa che la celiachia si può presentare anche in modo molto più sfumato, con disturbi gastroenterici lievi simili a quelli dell’intestino irritabile (fattore confondente per la diagnosi), ma anche con manifestazioni extra- intestinali come la dermatite erpetiforme (de). Si verifica perché in alcuni pazienti celiaci l’ingestione di glutine induce la deposizione a livello cutaneo di immunoglobuline di tipo A, stimolando la produzione di anticorpi specifici sempre a livello del derma. Le altre manifestazioni extra-intestinali derivano dal malassorbimento di ferro (anemia sideropenica) e di calcio (osteoporosi), Possono far suonare un campanello d’allarma anche la stomatite aftosa ricorrente e l’alopecia.
COSA NON E’LA CELIACHIA
La celiachia nulla ha a che vedere con altri quadri clinici correlati all’ assunzione di glutine. Come tiene a specificare il Ministero della Salute la celiachia non è:
un’allergia al glutine
la Fpies ( Food protein intollerance enterocolitis syndrome ) glutine dipendente
la sensibilità al glutine (gluten sensitivity)

COME SI FA LA DIAGNOSI
Di solito, per la diagnosi si usa un protocollo diagnostico con test sierologici iniziali seguiti da una biopsia intestinale di conferma che mostri il danno immuno-mediato tipico della malattia.
TEST SIEROLOGICI
La celiachia è caratterizzata dalla presenza di anticorpi specifici, diretti contro un auto-antigene, ovvero la transglutaminasi di tipo 2 (anti-TG2), e contro la gliadina deaminata (DGP). Gli anticorpi antiendomisio (EMA) sono rivolti contro la transglutaminasi extracellulare.
NUOVI PROTOCOLLI
Se la biopsia era considerata l’esame di riferimento per la diagnosi, di recente è stato messo in discussione il fatto che sia irrinunciabile farvi ricorso. La condizione di questi pazienti, infatti, è complessa, per questo motivo è stato proposto un approccio quantitativo alla diagnosi definito “regola dei 4 criteri su 5”. La diagnosi è confermata se si verificano almeno quattro dei seguenti eventi: 1) segni clinici tipici; 2) positività della sierologia celiaca di classe A ad alto titolo; 3) riscontro dei geni predisponenti (HLA DQ2 e HLA DQ8); 4) evidenza di enteropatia celiaca; 5) risposta favorevole alla dieta senza glutine.
QUANTO E’DIFFUSA
La celiachia non è una malattia rara. È una delle patologie umane più frequenti. Oggi le stime nella popolazione indicano una frequenza media dell’1%, maggiore nell’età pediatrica rispetto all’età adulta e nel genere femminile con un rapporto 1,5-2 a 1 rispetto all’uomo. I fattori causali primari sono la predisposizione genetica e il consumo con la dieta di alimenti a base di farina di frumento. Le stime indicano che per ogni caso clinicamente visibile, con sintomi che consentono la diagnosi, ci siano almeno 3-5 casi che non vengono intercettati.
INCIDENZA
La celiachia può manifestarsi in persone di tutte le età a partire dallo svezzamento. In Italia hanno ricevuto la diagnosi circa 200.000 persone ma si stima che altre 400.000 ne siano affette senza saperlo. In passato si riteneva che la celiachia fosse una patologia quasi esclusiva dell’età pediatrica. Oggi è stata dimostrata un’aumentata incidenza dopo i 50 anni e, addirittura, un terzo dei soggetti ricevono una diagnosi dopo i 65 anni. In età avanzata è più difficile individuare la celiachia perché i sintomi sono più sfumati e possono confondere. Negli anziani al posto della sintomatologia gastrointestinale tipica, possono essere presenti solo flatulenza, meteorismo e disturbi addominali; sono più marcati invece i deficit di micronutrienti. La celiachia nell’anziano può accompagnarsi a quadri di anemia micro o macrocitica, ipotiroidismo, osteoporosi e ipoalbuminemia. Tutte queste condizioni sono caratteristiche della terza età e, in prima battuta, non fanno pensare alla malattia celiaca . Nelle giovani donne la celiachia non diagnosticata può portare a problemi di fertilità, poli-abortività e osteoporosi, quindi è necessario fare particolare attenzione a individuare le pazienti, diagnosticare il disturbo e trattarlo per scongiurare l’insorgenza di questi problemi.
QUALI SONO I SOGGETTI A RISCHIO
La ricerca attiva della malattia celiaca ha evidenziato i seguenti gruppi di persone a rischio:
- fino al 20% nei parenti di primo grado dei pazienti celiaci
- 10%-15% tra i casi di anemia sideropenica
- 3%-6% nei soggetti affetti da diabete di tipo 1
- 1% – 3% nei soggetti affetti da osteoporosi
COSA FARE QUANDO SI VIENE DIAGNOSTICATI
La diagnosi di celiachia non è facile da accettare perché non offre scelta. E’ necessario adottare un cambiamento radicale delle proprie abitudini alimentari, di acquisto e di consumo.Oggi la scelta di alimenti senza glutine creati appositamente è enorme. ll Prontuario degli alimenti pubblicato ogni anno dal’ Associazione italiana celiachia (AIC), disponibile gratuitamente anche online o tramite app,conta oltre 20.O00 prodotti sul mercato di 600 diverse aziende Quelli erogabili gratuitamente dal Ssn sotto forma di assistenza sanitaria integrativa sono elencati nel Registro nazionale dei prodotti senza glutine, consultabile direttamente sul sito del Ministero della Salute all’indirizzo http //www salutegoi/ it e sono contraddistinti da un proprio logo. Un alimento può essere definito senza glutine se non contiene più di 20 mg/ Kg (ppm) di glutine.
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