Nella nostra farmacia è possibile misurare la glicemia mediante l’auto-prelievo capillare dal polpastrello in modo rapido ed indolore, senza attesa né prenotazioni. Ma….perché è importante farlo?
Siamo abituati a verificare periodicamente la pressione sanguigna ma raramente pensiamo a controllare la glicemia. Crediamo che sia un parametro di cui si debbano preoccupare solo i soggetti diabetici. Non è così. Capiamo insieme cosa è la glicemia, perché è bene monitorarla e quali sono i suoi valori di riferimento.
Cosa è la glicemia?
Con il termine glicemia s’intende la concentrazione di glucosio (zucchero) nel sangue. Il glucosio è fondamentale per l’organismo poiché è il nutriente essenziale per tutte le cellule che lo prelevano direttamente dal sangue. La principale fonte di glucosio sono gli alimenti, ma, in misura minore, esso può anche essere sintetizzato ex novo a partire da proteine e lipidi all’interno dell’organismo stesso. Il corpo umano possiede un sistema di regolazione che consente di mantenere relativamente costante la glicemia durante l’arco della giornata.
Quali sono i valori raccomandati di glicemia?
In soggetti sani è in gran parte costante e si trova tra 80 e 100 mg/dl o 4,5 e 7 mmol. La misurazione deve essere eseguita al mattino e a stomaco vuoto, il che significa che il paziente non deve aver mangiato nulla o consumato bevande zuccherate almeno 8 ore prima. Anche lo sforzo mentale e fisico, come per esempio lo sport, determina una variazione del livello di zucchero nel sangue. Solo il medico può valutare correttamente i risultati ottenuti.

Il diabete
Il livello di glucosio nel sangue è regolato da due ormoni, prodotti dalle cellule beta e alfa delle cosiddette isole di Langerhans all’interno del pancreas: l’ormone insulina che ha un effetto ipoglicemizzante, cioè riduce i livelli di glucosio nel sangue, e l’ormone glucagone che fa il contrario: converte il glicogeno del fegato in glucosio e aumenta nuovamente il livello di zucchero nel sangue.
Nei pazienti diabetici, la regolazione della glicemia è disturbata, poiché l’organismo non è in grado di produrre insulina (diabete di tipo 1 o diabete giovanile) oppure perché il pancreas produce insulina che però non riesce a svolgere la sua funzione a causa della resistenza delle cellule bersaglio (diabete di tipo 2).
L’insulino-resistenza è la condizione che si verifica quando le cellule dell’organismo, in particolare quelle di fegato, tessuto muscolare e tessuto adiposo, diminuiscono la propria sensibilità all’azione dell’insulina, che regola il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule. In questa condizione le cellule dei vari organi non hanno sufficiente energia, e l’eccesso di glucosio rimasto nel sangue, con il tempo, provoca seri danni a vari organi e sistemi (al sistema cardiovascolare, ai nervi, agli occhi, al cervello, ai reni La regolazione dei livelli di zucchero nel sangue avviene per mezzo di farmaci che abbassano il glucosio nel sangue.
Nel diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) per mantenere la glicemia a livelli fisiologici è assolutamente necessaria la terapia che prevede l’uso di iniezioni di insulina per tutta la vita.
Nel diabete di tipo 2 (non-insulino-dipendente), la terapia prevede l’uso di antidiabetici, in alcuni casi in combinazione con insulina.
I sintomi
I sintomi del diabete possono essere diversi ed insorgere in maniera differente a seconda che si tratti di diabete di tipo 1 o di tipo 2
- Nel caso del diabete tipo 1, di solito si assiste a un esordio acuto, spesso in relazione a un episodio febbrile, caratterizzato da eccessiva sete (polidipsia), aumentata quantità e frequenza di urine (poliuria), sensazione si stanchezza (astenia), perdita di peso immotivata, pelle secca, aumentata frequenza di infezioni.
- Nel diabete tipo 2, invece, si manifestano più lentamente e spesso in maniera meno evidente; possono verificarsi casi di glicemia alta senza che si manifestino i sintomi. Per questo la diagnosi di questa forma di diabete non è spesso rapida, ma avviene quando ormai la malattia è in una fase conclamata.
Che cosa è l’emoglobina glicata?
In farmacia si può misurare anche un valore particolare dell’emoglobina nel sangue: l’emoglobina glicosilata o glicata A1c (in sigla HbA1c). La misura della percentuale di HbA1c, consente di effettuare una stima della quantità di glucosio presente nel sangue (glicemia) negli ultimi 2-3 mesi. Più alta è la concentrazione media di glucosio nel sangue, più emoglobina glicata si forma. Nei soggetti normali, non diabetici, l’HbA1c si mantiene su un valore di circa il 5%, nei diabetici, valori di HbA1c che si mantengono inferiori o uguali al 7 % vengono considerati indice di un buon controllo della glicemia nel tempo, mentre valori superiori a 8-9 % rappresentano un segnale di rischio elevato.

Quali sono le categorie a rischio?
I fattori di rischio che individuano una persona come ad alto rischio di diventare diabetica sono:
- età superiore a 45 anni
- sovrappeso (specialmente se localizzato all’addome)
- vita troppo sedentaria
- parentela (a maggior ragione se di primo grado) con un diabetico
- per le donne aver partorito un figlio di peso superiore a 4 Kg o aver sofferto di diabete gestazionale
- glicemia a digiuno alterata (fra 110 a 125 mg/di)
- ipertensione arteriosa
- intolleranza al glucosio
- appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio (ispanici, asiatici, africani)
- peso alla nascita: neonati che pesano più di 4 kg o meno di 2,5 kg sono più a rischio di sviluppare insulino-resistenza e diabete da adulti
In ogni caso tutti gli adulti dovrebbero sottoporsi ad un controllo almeno una volta l’anno.
La prevenzione
Monitorare periodicamente la glicemia è utile al fine di poter riconoscere il diabete in una fase precoce e trattarlo tempestivamente Allo stato attuale non ci sono metodi per prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 1, al contrario è possibile prevenire il diabete di tipo 2, più diffuso e che si sviluppa tendenzialmente in età adulta. La prevenzione è da considerarsi il metodo più efficace per scongiurare l’insorgere di questa forma di diabete, molto più efficace di qualsiasi farmaco.
Studi come il Diabetes Prevention Program infatti, hanno dimostrato che un’alimentazione sana e l’esercizio fisico permettono di ridurre del 58-60% il rischio di diabete per quelle persone che sono considerate predisposte allo sviluppo della malattia. La prevenzione del diabete di tipo 2 è molto importante per tutti, non solo per i soggetti a rischio. Al fine di diminuire notevolmente le possibilità che insorga questa malattia è, pertanto, fondamentale avere un corretto stile di vita fin dall’infanzia seguendo poche e semplici regole come:
- il controllo costante della glicemia per soggetti a rischio
- una dieta bilanciata (mangiando meno grassi e più frutta e verdura)
- il controllo del peso
- non fumare
- una vita il meno possibile sedentaria
Quando si fa attività fisica, infatti, le nostre cellule richiamano glucosio per produrre energia sottraendolo al sangue. In questo modo i valori di glicemia si abbassano. Questo effetto sulla glicemia può durare fino a 24-48 ore perché l’esercizio fisico aumenta la massa muscolare e quindi il glucosio viene richiamato dalle cellule anche durante il riposo.
Ad ogni modo è importante per l’opportuno trattamento del diabete far riferimento a centri specialistici per l’adeguato controllo delle terapie e lo screening delle complicanze nonché la cura delle stesse.